desantis

racconto di andrea de santis

Il compleanno

Prima dell’alba sarai qui con la città non ancora sveglia faremo un giro fino alla stazione come facevamo sempre anni fa coi cani sarai qui e sarà questo il tuo regalo forse mentre ti aspetto al buio ora come non avessi fatto altro negli ultimi quindici anni zitti come quella volta che ci incontrammo a Parigi camminammo mano nella mano sulla Senna come due coglioni o quella volta che eri ubriaca e dicevi “che bella questa musica voglio un tatuaggio con questa musica” e continuavi a ridere e a guardarmi come quella spilla di Lenin ai tempi del liceo dov’era scritto VSEGDA GOTOV! che vuol dire SEMPRE PRONTI! che portavo fiero come un cosacco di provincia e a quel tempo più di tutto amavo quell’anacronismo che mi proiettava dritto nel cuore del presente e niente mi faceva temere altro che chiapas le pippate i vostri fottuti viaggi in salento e a chi mi chiedeva ridendo “oh ma ‘sta spilletta?” rispondevo “sempre meglio che essere giovani come te sempre meglio che essere giovani” e ripartivo in bicicletta con la città che si apriva ai miei lati e tu non esistevi non esisteva quasi nulla se non i treni la linea del tram il caldo dei marciapiedi le vendemmie le bestemmie il giorno che ci siamo incontrati con Roma che cambiò colore tre volte in un pomeriggio in onore alla tua bellezza gli sputi i carabinieri SEMPRE PRONTI diceva la spilla dalla mia giacca di jeans sempre pronti a riconoscere le condizioni attuali dell’azione rivoluzionaria sempre capaci di vedere il punto in cui il presente salta in aria si disintegra sempre pronti a organizzare l’esplosione e a ridere sempre pronti a correre come ora che aspetto l’alba dove sarai qui e la città entrerà fresca dietro te e tutto questo tempo passato festeggeremo questo compleanno insieme mentre tra un po’ avremo trent’anni trent’anni tutti e due e se dio vuole niente da rimproverarci niente da dimenticare niente soprattutto da raccontare e andremo come un tempo in giro per le strade come un tempo e sempre un po’ di meno

 

a me questo piace molto come racconto, e’ ganzo non ha punteggiatura, ma ha ritmo, e poi “sempre meglio che essere giovani” e’ fighissimo. Pero’ non c’entra un cazzo con il babau, ma lo metterei sul prox numero di ruggine se al tipo va bene

 
 

gli ho scritto per sapere se è d’accordo a inserirlo in Ruggine n. 2.

 
 

ha risposto di sì e stiamo aspettando un titolo. nel frattempo ho inserito il racconto nell’elenco delle prossime ruggini.

 
   

figo il racconto! volevo dirti obi che ho la copia dei simulacri scorciata da franco.cioé ha tolto il pezzo del berlusca e delle elezioni, che maria mi aveva detto che secondo voi-anche secondo me- stonava col resto.franco ha accolto la critica , anche perchè effettivamente era una specie di volantino a sè stante, che ha poi appiccicato nel racconto. ora vedo se riesco a metterla qui, sennò te la mando in lista.besos