discofrigido

Avete presente quelle situazioni in cui uno o più omini indispettiti vi rivolgono perentori e un po’ spocchiosi la domanda “chi è il capo qui?” Ecco su Disko frigido (ai tempi diskofrigido.mufhd0.net) la sola risposta possibile sarebbe stata “siamo tutti capi”. Nei primi anni del duemila, quando internet e il software libero iniziavano ad affermarsi, celato nelle pieghe dell’underground digitale prendeva vita e forma un progetto buffo e interessante: un server in cui tutti erano root, amministratori, capi. Nasceva sotto l’egida di Mufhd0(1), dispettoso nume tutelare degli acari nostrani, ma anche divinità potente e spietata, al pari degli antichi lovercraftiani. Gli adepti sostengono si destreggi con naturalezza tra i più popolari accidenti biblici: dalla morte del primogenito alla moria delle vacche grasse.
Una generazione di acari si conosceva e si formava, decine di teste che sperimentavano e cazzeggiavano su una macchina imbucata di nascosto tra i tanti server di un grosso provider dell’epoca. Questo che segue è il breve racconto di quell’esperienza scritto da uno dei partecipanti.

(1)
Mufhd0
Un viandante:
“Mi viene un dubbio: ma Mufhd0 come si pronuncia?
Mufd-zero?
Mafd-ziro?
Mufdo?
O magari si può solo scrivere e non si può pronunciare, come yhwh?”

Un monaco-guerriero:
“Diciamo che essendo noi esseri imperfetti, dotati di forma, anzichè solo di sostanza, così come invece è Mufhd0, per questa nostra limitazione appunto, possiamo anche pronunciarlo, consapevoli però che è una concessione e che il suo nome suona adattato per le nostre orecchie, che se sentissero il suo vero nome e la sua vera voce rimarrebbero sorde per sempre. Dunque si pronunzia come la tua terza illazione, almeno nel dialetto corrente in uso nelle contrade degli hacklabs. Nevvero la
mistica di mufhd0, che si avvicina attraverso le pratiche rituali dell’autismo violento, comporta una sorta di gnosi, che ti allontana dalla parola, in favore del verbo digitato. Dunque la tua quarta illazione, nella sua semplicità, è un passo più vicina al vero di quanto possa apparire”.

Un teologo amanuense:
“Non solo: il comprendere correttamente il suono del suo nome comporta la pazzia più profonda. un essere umano infatti, per quanto autistico, non può arrivare a comprendere simile splendore senza che le sue facoltà mentali ne rimangano stravolte”

Mufhd0 é. Perchè scegliere quando c’é Mufhd0 ?

diskofrigido.mufhd0.net

Questa storia la sanno in molti ma la raccontano sempre in pochi.
Quindi e’ arrivato il momento di raccontarla per bene.

Una piccola introduzione.

Dal 1991, bene o male, ho la necessita’ di collegarmi in rete con altre persone; i motivi si possono facilmente immaginare.. ed io, vivendo in una citta’ relativamente piccola – quartiere di periferia,
poco o niente da fare a parte combinare guai – comincio a costruirmi il primo pc, col modem.
Un potentissimo 286 con un velocissimo 14.400bps.
Per fare un paragone con le velocita’ attuali, un telefonino moderno naviga almeno 50 volte piu’ veloce.

Una piccola digressione tecnica.

Retrospettivamente, vivevamo nel medioevo della comunicazione. Pochissimi cellulari, quasi tutti aziendali; il giornale e la televisioni (ancora non troppo berlusconizzata) gli unici mezzi di informazione ‘immediata’….e… il MODEM!
Per non spendere troppo col telefono, si chiamava la notte, grazie alla maledetta TUT, (tariffa
urbana a tempo), che di notte era un po’ piu’ economica.
Quando ancora telecom italia si chiamava SIP.
Non c’era internet, ma c’erano le BBS. In pratica, un computer in casa di qualche nerd, che rispondeva al telefono e ti dava accesso a un sistema di messaggi e scambio file, come una bacheca, ma elettronica.
Al loro interno, il dialogo tra gli utenti era molto piu’ educato, confrontato ad oggi, e pioneristico.
Molti dei miei piu’ cari fratelli e sorelle che ho a giro per la rete, li ho conosciuti nelle BBS.

Torniamo al punto.

Nel 1994 in Italia arriva internet “per tutti” – nel 1999 grazie al mio nerdismo, riesco a farmi assumere
in un provider internet nella mia citta’.
Arriva l’estate del 1999 e come al solito, prevale la noia nella mia piccola e noiosa città.
Sono in ufficio di sabato perche’ a casa non ho internet ed in ufficio ovviamente.. si scarica piu’ veloce.
Troppe cose scaricate, finisco lo spazio disco sul mio computer dell’ufficio.
Avendo una linea internet veloce, tutti mi chiedevano di scaricare questo o quel programma, film, mp3 da qualche sito warez o canale IRC .. e a me divertiva farlo. E scoprivo cose nuove.

Non so come mi viene l’idea, forse la motivazione era proprio ‘mi serve piu’ spazio’; una mattina vado in sala server a vedere se trovo qualche rottame per assemblare un computer.
Trovo una bellissima scheda madre dual Pentium PRO e la riempio con dischi piu’ grossi che trovo: 9 Gb in tutto e ci installo Linux…
Senza chiedere il permesso a nessuno, entro nella sala server, trovo uno spazietto in un armadio, collego il server e torno alla scrivania ridacchiando …

…era nato ! si… puo’…. fare! (mi sentivo molto come Gene Wilder in Frankenstein jr.)

Mi metto all’opera e configuro un server per servire pagine web, un server per scambio files e ci installo un IRC bouncer, cosi’ posso usarlo come “testa di ponte” per accedere alle reti di chat IRC, dove mi rifornivo di film e musica. Inizio a dare un po’ di accessi per scaricare via FTP.
Mi rendo conto di un limite pero’. C’e’ sempre un pero’. E non e’ quello che ti aspetti, spesso.

A parte l’illegalita’ ed il rischio dell’intera manovra, un server piazzato direttamente su internet, in una server farm di un provider, senza pagare, che scarica film/musica/programmi pirata 24h/24 …..

…non si gestisce da solo!

Inoltre, sono molto pigro ed ecco la soluzione: Dare l’accesso da amministratore di sistema a tutti!

In pratica successe che ad una ventina di persone fidate, do’ accesso di root al server.
A loro discrezione, potevano dare accesso a chiunque, purche’ non succedessero casini.

Geniale, e pericoloso, due aggettivi che adoro quando si tratta di sperimentare.

Fu interessante e inaspettato vedere come da una base di circa 20 utenti si arrivo’
a circa 200.

Tutti con priviliegio d’amministratore, tutti con potenzialmente la possibilita’ di cancellare tutto, spegnere il
server, denial of service etc.
Era come se avessi dato le chiavi di casa mia a persone fidate, che andavano e venivano e sistemavano qualcosa, riempivano il frigo, aggiungevano mobili.
Le cose funzionarono cosi’ bene che sempre gli utenti scelsero il nome del server, e siccome avevo registrato mufhd0.net , impostai sul DNS il nome:

diskofrigido.mufhd0.net

Il server rimase acceso circa un anno e mezzo o poco piu’; pure quando mi licenziai, continuo’ a esistere. Fu un’esperienza di condivisione incredibile ed a posteriori forse ci sarebbe stato da analizzare meglio le
dinamiche che si creavano.

Anzitutto tutti si sentivano responsabilizzati e c’era molto controllo reciproco, controllo di quello buono.

C’era chi sperimentava le radio online con shoutcast, chi preparava le ISO dell’ultima versione di linux da scaricare, chi teneva aggiornata la macchina.. era come stare dentro ad un centro sociale, per certi
versi, senza assemblee ne’ scazzi ma tutti con lo scopo di mantenere in ordine questa nave pirata, attraccata al largo in acque internazionali.

Io me ne sedevo in disparte, a guardare, perche’ la cosa era diventata piu’ grande di me, organica ed autogestita, ma come tutto in quest’esistenza, destinata a finire.

Quando abbiamo dovuto spegnere il server, ci siamo collegati tutti
per l’ultima volta e dopo aver mandato gli ultimi broadcast messages
ai terminali loggati, eseguo il comando per cancellare tutto il disco:

rm -rf /*

E rimango a guardare, col sorriso,
e una lacrima mi scorre sul volto,
mentre ci facciamo affondare con la nostra nave, liberi.