spalle_al_muro

di Naeradan

Spalle al muro

La Squadra Sigma del Corpo di Polizia Nazionale, grazie al nuovo satellite, era riuscita finalmente a individuare l’obiettivo e, come da protocollo, gli agenti trascorsero un’intera settimana in osservazione con appostamenti da lontano, per confermare e arricchire le informazioni in loro possesso.

Il tenente Marin, fresco comandante della Squadra, era stupito dai dati via via raccolti: si aspettava qualcosa di caotico, irrazionale, mentre il Babau mostrava uno schema di comportamento prevedibile, era metodico e seguiva una precisa routine. Apparentemente la creatura aveva alcuni rifugi sia in città sia nei sobborghi; di giorno bivaccava spesso sui colli, nei dintorni del vecchio ripetitore tv ormai in disuso, invece di notte, abile a nascondersi, si muoveva per i vicoli più bui del centro, alternandosi tra un vecchio chiosco di giornali abbandonato e un garage vuoto in una stradina laterale.

A poche ore dall’alba del giorno fissato la trappola era ormai pronta. Le Autorità Locali avevano dichiarato il coprifuoco dalla sera precedente e gli agenti della Squadra, armati per l’assalto, erano pronti a intervenire. Richiesto un elicottero e fatti posizionare con scrupolo anche due cecchini, il tenente Marin era in attesa dell’autorizzazione finale quando sul canale riservato irruppe il Presidente in persona che, accennando a una promozione, gli suggerì di fare uno spettacolino rumoroso, raccogliere qualche campione biologico e lasciare il Babau libero e incolume.