Bozza d'idea di convivenza (Simo)

Architettura:

  • 1 casa grande.
  • 3 appartamenti indipendenti con un bagno, una cucina, e 3 stanze.
  • Indicativamente massimo 12 persone (4+4+4), ma chiaro si vedrà.
  • 1 giardino meglio se spazioso e dotato di cucina e tavolo, in modo tale da avere uno spazio comune (essenziale), dove poter mangiare insieme.
  • 1 orto (sarebbe bello riuscire a mangiare frutta e verdura davvero a km zero e bio)
  • 1 lavanderia (una lavatrice basta per tutti, si abbassano spese e consumi)
  • 1 “spazio eventi”, che potrebbe coincidere con il giardino dove poter organizzare “cose” (da serate tra amici alla presentazione di libri, a feste a vendita di prodotti fatti in casa, ecc.)
  • 1 “stanza della carta” (biblioteca, libri, riviste, ecc..)
  • 1 “stanza della musica” (strumenti, stereo, cd, ecc..)

Intenti:

  • abbassare costi, consumi e sprechi
  • produrre in casa il producibile, dal sapone alla salsa, dalle marmellate ai detersivi con sale, aceto e limone e chi più ne ha più ne metta
  • essere il più eco e sostenibili possibile
  • condividere il condivisibile
  • produrre e incentivare cultura, dalla presentazione di libri e progetti a reading, da concerti a esposizioni, ecc

Obiettivo tra i tanti:

  • avere la possibilità di lavorare 4 ore al giorno e avere tempo di dedicarsi anche ad altre cose oltre al lavoro (mi chiedo perché si è deciso di smettere di lottare per diminuire le ore lavorative, ok siamo a 8 ma perché non continuare a scendere, non è pigrizia la mia, non è mancanza di voglia di lavorare).

Ubicazione:

  • vicino ad un “centro”, credo sia essenziale non isolarsi, ma restare attaccati alle reti di produzione sociale che ci circondano, e il “centro” secondo me aiuta. Isolarsi significherebbe rendere autoreferenziale la nostra esperienza privandola del significato sociale che vogliamo attribuirgli.
 

Lascio un commento qui, anche se forse non è il posto più adeguato.
Secondo me nel “condivisibile” ci deve rientrare anche la propria biblioteca. Nell’architettura io lascerei una stanza che raccolga tutti i libri, gli opuscoli, la carta e il resto. Col tempo può essere anche un punto studio. Nella prospettiva di un eco-villaggio potrebbe poi essere un vero e proprio punto di cultura. L’ho buttata lì.

 
 

e l’ho presa subito al volo la “stanza della carta” e buttata nell’architettura. La propria biblioteca forse la lascerei in casa di ognuno, ovviamente apertissima a tutti e quello spazio lo trasformerei in studio-scambio-documentazione, magari con un pc in surplus, o una bella agenda, con registrati tutti i libri della casa e dove andare a bussare per averli :)

 
 

Bello!!! Mettiamoci anche una bella stanza della musica! dove ci mettiamo pian piano tutti gli strumenti…con le pareti insonorizzate e tutto. così uno va e suona-ascolta, quando ha voglia. oppure ci si ritrova tutti e si fa casino insieme.

 
 

Bella miri! proposta accolta :)

 
   

bella domanda! Credo si sia smesso perché sotto questa soglia, o lavorare tutti per lavorare meno, oppure non è proprio possibile con le città che continuiamo a permetterci. Però: 8 è la teoria. La pratica è ben diversa.. un po’ in tutti i settori.